Tratto dal libro:

L'alba aveva preso a schiarire tingendo di un bianco abbacinante le mura e gli edifici eleganti della città capitale.  Ahmes si era destato con l'oro in bocca.  Finito di sorseggiare il latte di capra, si forbì le labbra e versò quello che era avanzato in una ciotola che depose sul terrazzo, richiamando la solita stola di gatti. 
Da quando erano tornati a Tebe, quella strega di Na- Na non gli aveva consentito di rivedere Anouke, ma quella mattina si era svegliato di buon umore e nemmeno l’aurea malefica di quella sorta di scorbutica tartaruga centenaria avrebbe cambiato il suo stato d’animo.  S'affacciò al balcone che dava su uno dei cortili del palazzo inspirando profondamente il coacervo di fragranze e profumi che proveniva dal lussureggiante giardino. Tebe dalle cento porte, capitale del sud, s'estendeva bellissima in tutta la sua magnificenza, nelle quattro direzioni.  Ovunque gettasse lo sguardo era un susseguirsi ininterrotto di mura bianche e simmetriche, edifici decorati, colonnati eleganti, splendidi terrazzi, e giardini rigogliosi punteggiati da splendide palme dal fusto alto ed elegante che si rincorrevano intersecandosi senza soluzione di continuità.« Tebe la magnifica, mia Tebe » dichiarò abbracciando con lo sguardo l'intero orizzonte.
« Non sei mai stata così bella e florida. ». 
 
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